La mostra mette a tema l'esperienza umana del vedere, proponendo sia gli aspetti fisico-chimici coinvolti nel processo visivo - dalla natura della luce, alla fisiologia dell'occhio, fino alla trasmissione al cervello dei segnali rivelati - sia il fenomeno personale del "conoscere" e del "riconoscere" attraverso la vista. Si è così invitati a prendere coscienza dei diversi livelli che intervengono nell'atto del vedere, distinti e irriducibili l'uno all'altro, ma profondamente uniti nell'esperienza del soggetto umano che ne è protagonista. In particolare, il livello "inanimato" della percezione visiva è veicolo di una esperienza di conoscenza che trascende radicalmente il suo substrato materiale. L'"io che vede" non è reperibile in nessuno dei sofisticati organi e processi materiali implicati, né nella somma di essi: è di un'altra natura.
Nel percorso il visitatore prenderà contatto con la luce come realtà fisica: i colori della radiazione solare, i segreti dello spettro elettromagnetico. Vengono poi presentate le ingegnose e sorprendenti soluzioni fisiologiche che permettono la formazione delle immagini, la natura di sensore della retina dell'occhio, la trasmissione nervosa del segnale e il prodursi della complessa attività del cervello. Le ricostruzioni di opere architettoniche e artistiche aiuta a cogliere come la visione umana sia inseparabile dal riconoscimento di nessi e significati. Nell'arte, come nella realtà, le tonalità dei colori, l'inclinazione della luce, la profondità del paesaggio sono un immediato richiamo alla memoria di chi guarda e legano l'immagine percepita con storia e l'identità del soggetto che vede. La luce, sia in senso fisico che in senso metaforico, unisce il particolare con la stella, con la sorgente, con il significato. Read More
Noi conosciamo la realtà che ci circonda attraverso i sensi. Quasi senza che ce ne rendiamo conto i nostri sensi ci consentono di percepire il vento, la temperatura, la consistenza di ciò che tocchiamo, la composizione chimica dell'aria e dei cibi, i movimenti, e quelle sottili vibrazioni acustiche dell'atmosfera che interpretiamo come suoni. Ma fra tutti, è forse la vista il senso che più ci permette di apprezzare l'estensione dello spazio, di prendere coscienza della varietà dei corpi di ogni dimensione e forma, di interpretare simboli, di riconoscere un ambiente familiare o un volto amico. Catturando una piccola porzione delle radiazioni elettromagnetiche che pervadono lo spazio, il nostro occhio ci segnala forme, distanze, colori, relazioni. E nell'uomo "il vedere" arriva ad essere esperienza profonda di rapporto con il reale e di apertura al suo significato: non a caso "luce", "occhi", "visione" sono da sempre paradigmi della verità e della capacità dell'uomo di riconoscerla.