Corriere del Mezzogiorno Al Meeting di Rimini una mostra scientifica curata da Paolo Ponzio, storico barese della filosofia
Giovanni Paolo II riconobbe il tragico errore della Chiesa ma biasimò anche l’idea dell’opposizione scienza-fede
Ma l’Universo ha bisogno di Dio
Luigi Dell’Aglio, Avvenire, 14 agosto 2009 – Intervista
In una galassia più piccola e più giovane, la comparsa dell’uomo sarebbe stata impossibile.
Parla l’astronomo Gingerich:«Lo dicono anche scienziati atei: in natura nulla è senza scopo. Chimica, biologia e fisica postulano un’intelligenza»
I fisici a caccia delle origini dell’Universo
Avvenire Ecco le grandi sfide di una disciplina in cui l’Italia ancora primeggia: ricostruire le condizioni iniziali del Big Bang, gettare luce sulla materia e l’energia «oscure», trovare la «particella di Dio» grazie al superacceleratore.
Scienza amata o temuta, ma spesso ancora poco conosciuta. Esplora il mondo e lo cambia. Svela molti segreti dell’universo e della vita, pone le basi per rivoluzioni tecnologiche che segnano le nostre esistenze. E suscita anche interrogativi e perplessità quando si arroga il diritto di dire l’ultima parola su tutto ciò che riguarda l’uomo. Ma la ricerca animata dal desiderio di conoscere e di giovare è di gran lunga predominante. E merita di essere osservata da vicino. Soprattutto nelle sue declinazioni di frontiera, quegli ambiti non sempre sotto i riflettori che impegnano le menti più brillanti e gli ingegni più acuti. «Avvenire» compie una piccola (e necessariamente incompleta) rassegna di quattro discipline: fisica, astronomia, informatica e medicina.
In una pagina di giornale si possono dare solo accenni rispetto a temi vastissimi, e spesso complessi. Vogliamo comunque fornire qualche informazione chiara e puntuale, incuriosire, suscitare ulteriori letture. Perché la scienza è un’assidua compagna dell’uomo contemporaneo.
Nel Big Bang la luce del futuro
Avvenire Parla John Mather, Nobel per la Fisica 2006 per i suoi studi sulla «radiazione cosmica di fondo», ospite al Meeting di Rimini
«L’obiettivo della ricerca spaziale è trovare, fuori dal sistema solare, pianeti simili alla Terra che consentano la vita»
Nanotecnologie: la scienza che insegue la memoria “non volatile”
IlSussidiario.net Scoperte
Intervista a Paolo Cappelletti
Se la scienza nasce dal cuore della fede
Avvenire Il processo di elaborazione del calendario, delicata alchimia tra matematica e astronomia, fu il trionfo dell’alleanza tra razionalità tecnica e animo credente, dal Concilio di Nicea a Galileo. Una riflessione di Antonino Zichichi
Anticipiamo in queste colonne la prefazione di Antonino Zichichi al volume «Astronomia e culto Risposta a domande di attualità», curato da Manlio Sodi per Emp (pagine 152, euro 10,00) e che trae spunto dall’anno internazionale dell’astronomia, che ha sollecitato l’attenzione su problemi e domande che frequentemente affiorano quando si osserva il calendario con il suo scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. Il rapporto tra i ritmi della vita di ogni giorno e il movimento degli astri chiama in causa vari ambiti. Tra questi anche la data della Pasqua e, di conseguenza, tutti i ritmi che nel calendario cristiano dipendono da essa. Il passaggio dal calendario giuliano a quello gregoriano, avvenuto nel 1582, è servito per ristabilire un equilibrio tra i ritmi del sole e della luna e il computo del tempo. Il volume, a partire dal IV centenario di quando Galileo orientò il cannnocchiale verso il cielo (1609), costituisce un’occasione per rispondere a vari interrogativi che sorgono proprio in ordine al calendario e al computo del tempo nelle Chiese sia di Occidente che di Oriente.