Il titolo del Meeting 2018 (“Le forze che muovono la storia sono quelle che rendono l’uomo felice”) invita a chiedersi che cosa muova realmente l’uomo, il suo audace desiderio di novità, di conoscenza, di relazione, e come quel movimento conduca a cambiare il mondo in cui viviamo. Fin dalla preistoria gli esseri umani si sono avventurati in territori inesplorati alla ricerca di nuove possibilità di sopravvivenza e di sviluppo, hanno saputo adattarsi a condizioni ambientali diverse, spesso incontrando specie di animali e di piante che gli erano prima del tutto sconosciute. Sbarcato su nuovi continenti, talvolta ha scoperto che anche quei territori erano abitati da altri esseri umani con tratti somatici diversi, di cui ignorava l’esistenza. Quasi ovunque sulla Terra l’uomo ha trovato vita, e ha impiantato vita. Oggi il nostro pianeta è sostanzialmente esplorato in ogni sua parte. Siamo la prima generazione per la quale sulle mappe del globo non compaiono più regioni di “Terra Incognita”.
Simultaneamente, grazie ai progressi della tecnologia spaziale, negli ultimi 50 anni abbiamo iniziato l’esplorazione del nostro Sistema Solare. Uno degli obiettivi portanti delle missione interplanetarie, direttamente o indirettamente, è la ricerca di eventuali forme di vita al di fuori della Terra. Al momento, nonostante tutti gli sforzi messi in campo, nessuna traccia di vita è stata rivelata in pianeti o satelliti del Sistema Solare al di fuori del nostro pianeta.
Oggi siamo sulla soglia di una nuovo radicale ampliamento della scena. Negli ultimi anni è stata rivelata la presenza di un enorme numero di pianeti che ruotano intorno ad altre stelle, i cosiddetti “pianeti extrasolari”, o “exoplanets”. I recenti risultati della sonda Kepler (2009-2016) indicano che, solo nella nostra Galassia, essi si contano a miliardi. Sono mondi lontanissimi. Anche i più vicini, al momento, sono completamente al di fuori della portata delle nostre astronavi. Ma alcuni di essi potrebbero avere caratteristiche tali da ospitare vita. È possibile? Potremo mai scoprirlo? Quali strumenti abbiamo, e potremo avere in futuro, per cercare tracce di vita in quei pianeti lontani? Che cosa sappiamo oggi di questi pianeti? Come si formano? A quali condizioni si possono realizzare altrove ambienti simili a quello terrestre? E quanto veramente abbiamo compreso il sorgere della vita e la sua evoluzione qui sulla Terra?
Se davvero qualche lontano pianeta ospitasse vita, di che vita si potrebbe trattare? Perché un conto sono i microorganismi elementari, altro è la vita animale complessa. Altro ancora è la vita cosciente, quella che riconosciamo in noi stessi. E, se esistono altri esseri consapevoli nell’universo, potremo mai arrivare a comunicare con loro?
E, infine, perché ci appassiona e ci inquieta il pensiero che altrove, in qualche luogo lontano, possa esserci vita? Che impatto avrebbe, per noi e per il mondo intero, la notizia di una tale scoperta? O, al contrario, la virtuale certezza di essere soli nell’universo cambierebbe qualcosa dell’idea che abbiamo di noi stessi, della nostra concezione della vita, della nostra dignità di esseri umani?