Zenit.org, 13 ottobre 2013
Nella consultazione per la candidatura di personalità di prestigio al Pantheon, il medico e genetista è giunto decimo su 2000 persone proposte.
La Fondazione Jérôme Lejeune esulta di questo risultato che mette in evidenza l’attualità delle sue battaglie: ricercare, curare e difendere le persone con malattie genetiche e della mente.
Su richiesta del Presidente della Repubblica, il Centro dei musei nazionali ha lanciato una consultazione su internet per permettere ai francesi di proporre delle persone che vorrebbero vedere entrare nel Pantheon. A questa consultazione nazionale hanno partecipato oltre 30.000 persone.
La Fondazione Jérôme Lejeune è soddisfatta di questo risultato, che sottolinea la modernità e l’attualità di questo grande uomo.
Jérôme Lejeune decise molto presto di concentrarsi sulla situazione di sconforto dei bambini con disabilità intellettiva e delle loro famiglie. Ha dedicato loro la sua vita. Nel 1958 scoprì la causa genetica del mongolismo che egli rinominò trisomia al fine di contrastare lo sguardo e l’ostracismo che ne colpisce i pazienti.
La sua scoperta aprì la strada alla genetica moderna. Le sue ricerche permisero la scoperta di altre malattie cromosomiche, tra cui la “sindrome del grido di gatto” (o sindrome du cri du chat) che prende nome dal pianto lamentoso, simile al miagolio del gatto.
Si tratta di una malattia che si associa a ritardo dello sviluppo psicomotorio e a grave ritardo mentale, ma l’assenza di malformazioni gravi in una notevole percentuale di casi può garantire una lunga sopravvivenza.
Lo studio del professor Lejeune presso l’Ospedale Necker divenne uno dei più frequentati al mondo, con più di 9000 pazienti trattati. La sua fama internazionale è immensa: egli ricevette il premio Kennedy direttamente dalle mani del presidente John F. Kennedy, il Premio William Allan (la più alta onorificenza nel campo della genetica) e il premio Léopold Griffuel per il suo lavoro sul cancro.
Jérôme Lejeune dedicò tutte le sue energie alla ricerca scientifica e con sua grande disperazione constatò la crudeltà dell’utilitarismo che puntava a sopprimere il malato che non si arrivava a guarire, invece che cercare di curarlo.
Jérôme lottò contro i progetti che portavano alla soppressione dei malati, e cercò di difendere la vita umana attraverso numerose conferenze in tutto il mondo.
Esperto all’ONU sugli effetti delle radiazioni nucleari, fu il primo rappresentante ufficiale della Santa Sede presso l’URSS (Unione Sovietica), incontrò Brenev allo scopo di lottare contro la proliferazione nucleare ed i pericoli derivanti dall’uso della bomba nucleare.
Nel 1981 venne eletto all’Accademia delle Scienze morali e politiche (Francia). Nel 1994 divenne il primo Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, fondata da Papa Giovanni Paolo II. Morì a Pasqua del 1994 in conseguenza di un cancro.
La Fondazione Jérôme Lejeune sviluppa e continua il suo lavoro sulle malattie genetiche dell’intelligenza: sostiene il finanziamento di centinaia di ricercatori in tutto il mondo, cura e difende la vita umana lungo tutto il suo corso attraverso campagne di informazione e di sensibilizzazione.
Giovedì 17 Ottobre si terrà la quarta edizione del Premio Internationale Sisley – Jérôme Lejeune al fine di ricompensare due ricercatori internazionali e tre giovani ricercatori francesi che lavorano sulla trisomia 21.