Il dibattito fra religione e scienza diventa protagonista a Duemilalibri, con la presentazione del libro “Galileo: il dialogo tra fede e scienza” dell’emerito cardinale Paul Poupard, e la spiegazione “tra le stelle” dello scienziato Marco Bersanelli.
Oltre al numeroso pubblico che ha riempito tutte le poltrone del Teatro del Popolo, presenti alla serata anche l’assessore alla cultura Isabella Peroni, l’assessore al bilancio, Carlo Bonicalzi, il presidente di AMSC, Nino Caianiello, e il sindaco Nicola Mucci. Proprio quest’ultimo, con poche parole ha dato inizio alla conferenza, esprimendo la soddisfazione di avere sul palco il Cardinale, già incontrato anni fa. “ Anche la serata di stasera è una dimostrazione della varietà e dell’importanza dei temi scelti per l’undicesima edizione di Duemilalibri, temi di grande attualità e con ospiti d’eccezione”. Chiude poi ringraziando tutti per la partecipazione ad un momento culturale molto importante per la città.
UN DIBATTITO CON 4 SECOLI DI ETA’
Il primo ad avere la parola è il Cardinale Paul Poupard, che riporta, così come ha fatto in molti suoi libri, il punto di vista della fede sull’universo che ci circonda, una fede che deve comunque tendere all’apertura per essere vissuta in maniera completa. Il Cardinale, già autore del celebre “Dizionario delle religioni” ha il merito, attraverso i suoi studi, di aver posto fine alla polemica che da ben quattro secoli, opponeva la nuova astronomia alla Sacra Scrittura, ovvero la scienza alla fede. Qual è il rapporto tra la cristianità e il cosmo? E’ proprio questa la domanda a cui il Cardinale Poupard da più di una risposta all’interno del suo nuovo libro, in cui ammette come oggi la sfida più grande della cristianità non sia più contro la scienza, ma bensì contro la cultura sempre più mediatica.
L’IMPORTANZA DEL DIALOGO TRA FEDE E SCIENZA
Un viaggio nella storia dell’umanità tra fede, indifferenza e stereotipi di natura scientifica che necessitano di una demitizzazione, un percorso di riflessioni che arriva ad un’unica conclusione, come spiega il Cardinale. “Nella realtà di oggi, mondi che sono sempre stati lontani, si ritrovano vicinissimi e la condivisione genera interrogativi tra chi la pensa in maniera diversa. La cosa più importante è il dialogo, bisogna conoscere l’altro fino in fondo, così tra fede e scienza che devono imparare a conoscersi reciprocamente con rispetto, cogliendo le proprie competenze. Solo così il dialogo tra le due diventa possibile”.
CIELO SEGNO DIVINO
Di tutt’altra “natura” l’esposizione del cosmologo Marco Bersanelli, che oltre ad essere docente universitario è a capo della progettazione e dello sviluppo del Low Frequency Instrument utilizzato dal satellite Planck Surveyor.
Attraverso un susseguirsi di immagini e curiosi viaggi tra le stelle e le galassie, Bersanelli riprende le parole di Galileo dandogli senso all’interno della storia dell’universo, a partire dal rapporto tra il cielo e le civiltà lontane in chiave religiosa. “ Sin dall’inizio il cielo è un segno privilegiato del divino per la sua unicità, vastità, regolarità, per il suo nesso con la vita umana e per il suo ordine. Il compito della scienza è trovare il principio e il senso dell’ordine del cosmo”.
L’UNIVERSO LEGATO ALL’UMANITA’
Galileo fece grandi scoperte e ringraziò Dio perché era in grado di scoprire tutte quelle realtà così lontane e che potevano essere ridotte a numeri matematici.
Oggi conosciamo 250.000 galassie, siamo in grado di viaggiare, anche se solo in video, nella galassia di Andromeda, abbiamo una fotografia dell’universo di 13 miliardi di anni fa, ma alla base di tutto ciò c’è una grande verità: l’universo ha caratteristiche legate alla possibilità di esistenza del’uomo, l’uomo che ha passato diverse epoche storiche, lo stesso raccontato anche dall’Antico Testamento. Fede e scienza, due metodologie diverse per una stessa ricerca che tende alla verità, due pensieri che, con il dialogo, conoscono se stesse e l’altro per arrivare a darsi risposte compiute.