L’occhio nel cielo [Reprint]

Benedetta Cappellinimc2

Riportiamo alcune parti di una conversazione-intervista registrata a Milano il 13 maggio 1985 e già pubblicata, a cura di Ottavia Bassetti, nella collana Frontiere allora edita da Montedison-Progetto Cultura. Un interessante documento storico sul lavoro del fisico italiano premio Nobel per la fisica 2002. Accanto alla presentazione dei risultati conseguiti grazie ai satelliti Uhuru e Einstein troviamo la passione per la ricerca, la consapevolezza che non tutti gli esperimenti possono avere successo, la gioia della scoperta, lo «spirito di gruppo».

* Riccardo Giacconi (Genova, 6 ottobre 1931) è un astrofisico italiano laureatosi all’Università degli Studi di Milano e naturalizzato statunitense.   Nel 1956 si trasferisce negli Stati Uniti e dal 1958 inizia a collaborare con l’università di Princeton.   Nel 1970 si occupa del lancio del satellite Uhuru, con cui si apre l’esplorazione del cielo profondo a raggi X.   Nel 1973 Giacconi diviene direttore dell’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, portando avanti il progetto HEAO-2 di un telescopio X in orbita, quello che più avanti sarà battezzato Osservatorio Einstein.    Dal 1993 al 1999 è stato Direttore Generale del European Southern Observatory (ESO).   Nel 2002 è stato insignito del Premio Nobel per la Fisica per i suoi contributi pionieristici all’astrofisica nella zona non visibile dello spettro elettromagnetico, che hanno portato alla scoperta delle prime sorgenti cosmiche in raggi X.

© Pubblicato sul n° 16 di EMMECIquadro