La matematica si trova oggi in una strana situazione: da un lato è ritenuta la scienza esatta per eccellenza, dall’altro, secondo la concezione più diffusa, quella formalistica, è ridotta a un insieme di simboli dal significato puramente convenzionale.
Una tale visione non tiene conto dei limiti intrinseci dei sistemi assiomatici. Il contributo più recente in tal senso è quello di Gregory Chaitin, che ha dimostrato come perfino in aritmetica esista il caso e ha proposto una nuova e rivoluzionaria visione della matematica come scienza sperimentale.
Benché ciò sollevi ovviamente molti e delicati problemi, il lavoro di Chaitin nel suo insieme dimostra inequivocabilmente come gli oggetti della matematica abbiano una qualche forma di esistenza autonoma, non interamente catturabile dai formalismi, e come la ragione e l’intuizione restino indispensabili per il loro studio.
* Docente di Filosofia della Natura presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. Tra le sue pubblicazioni: Rom Harré e il problema del realismo scientifico e Filosofia del caos (Franco Angeli).
Tiene la rubrica La scienza e i miti sul supplemento regionale ligure di Repubblica.
© Pubblicato sul n° 11 di EMMECIquadro