Due termini, usati e abusati nel linguaggio ordinario, hanno un contenuto concettuale pregnante, spesso ignorato o comunque disatteso, per una sempre più diffusa approssimazione linguistica nello scritto e nel parlato. L’autore riprende la riflessione sulla «complessità» mettendo a tema questi due concetti primari.
Il primo viene presentato in un contesto filosofico come attribuzione di proprietà specifiche a porzioni di materia (intesa come tutto ciò che può in potenza trasformarsi in altro).
Il secondo è visto come una serie di nessi e interazioni tra forme diverse, in una visione unitaria e globale, che trascende i limiti di un approccio esclusivamente scientifico.
Clicca qui per accedere all’articolo in formato pdf.
© Pubblicato sul n° 28 di EMMECIquadro