Diego Motta, Avvenire, 15 maggio 2009
Il conto alla rovescia comincia alle 14. «Tra un’ora e dodici minuti, il vettore Ariane 5 con il satellite Planck partirà» è l’annuncio. Sarà «un evento eccezionale, una cesura tra passato e futuro», spiegano i ricercatori. Aula A del Dipartimento di Fisica a Milano gremita, nel pubblico si confondono giovani studenti e scienziati di fama, ma anche papà con i figli in braccio. L’evento è il decollo di Planck, il più potente telescopio a microonde mai concepito, che dovrà «mappare» l’universo in modo molto più preciso di quanto sia mai stato fatto finora.
L’Italia è protagonista di questo progetto, che ha il suo cuore nella base Esa di Kourou, nella Guiana francese, da dove il satellite partirà, insieme a Hershel, un altro telescopio europeo. Ci sono voluti 17 anni di sviluppo da parte di un team di 400 scienziati provenienti da tutto il mondo. Alle 15.12 la partenza. «È stato un lancio perfetto » dirà poi il presidente di Arianespace, Jean-Yves Le Gall. Decisivo è stato il contributo dell’Università di Milano, in collaborazione con l’Inaf, il Cnr e alcune imprese della Lombardia. È la dimostrazione che è possibile fare ricerca, mettendo insieme il meglio delle conoscenze accademiche e l’eccellenza del nostro sistema imprenditoriale. «Auspico che ci siano in futuro risorse e opportunità maggiori di quelle che ci sono attualmente» dice il direttore del Dipartimento di Fisica, Francesco Ragusa. In particolare, i ricercatori italiani hanno messo a punto uno dei due strumenti a bordo del satellite: si tratta di Lfi, un acronimo che sta per Low frequency instrument, che permette di osservare il cielo alle basse frequenze.
Sul grande schermo intanto scorrono le immagini dei progressi compiuti negli ultimi cinquant’anni: com’era l’universo 13 miliardi di anni fa, la scoperta della prima luce nel 1964, l’avvio degli studi della cosiddetta «cosmologia di precisione». Planck ci permetterà di dire con maggior precisione da dove viene l’universo, qual è la sua struttura e come sarà la sua evoluzione. «Il lancio è insieme un punto d’arrivo e di partenza » spiega dalla Guiana Francese, Marco Bersanelli, docente di Astronomia e Astrofisica alla Statale. «Qui siamo tutti emozionatissimi. Com’è la visibilità?» chiedono da Milano. «Buona, anche se mezz’ora fa sulla zona del decollo si è abbattuto un nubifragio » risponde Bersanelli. Tutto fila liscio. La raccolta dei nuovi dati sull’universo può cominciare.
L’Italia è protagonista di questo progetto, che ha il suo cuore nella base Esa di Kourou, nella Guiana francese, da dove il satellite partirà, insieme a Hershel, un altro telescopio europeo. Ci sono voluti 17 anni di sviluppo da parte di un team di 400 scienziati provenienti da tutto il mondo. Alle 15.12 la partenza. «È stato un lancio perfetto » dirà poi il presidente di Arianespace, Jean-Yves Le Gall. Decisivo è stato il contributo dell’Università di Milano, in collaborazione con l’Inaf, il Cnr e alcune imprese della Lombardia. È la dimostrazione che è possibile fare ricerca, mettendo insieme il meglio delle conoscenze accademiche e l’eccellenza del nostro sistema imprenditoriale. «Auspico che ci siano in futuro risorse e opportunità maggiori di quelle che ci sono attualmente» dice il direttore del Dipartimento di Fisica, Francesco Ragusa. In particolare, i ricercatori italiani hanno messo a punto uno dei due strumenti a bordo del satellite: si tratta di Lfi, un acronimo che sta per Low frequency instrument, che permette di osservare il cielo alle basse frequenze.
Sul grande schermo intanto scorrono le immagini dei progressi compiuti negli ultimi cinquant’anni: com’era l’universo 13 miliardi di anni fa, la scoperta della prima luce nel 1964, l’avvio degli studi della cosiddetta «cosmologia di precisione». Planck ci permetterà di dire con maggior precisione da dove viene l’universo, qual è la sua struttura e come sarà la sua evoluzione. «Il lancio è insieme un punto d’arrivo e di partenza » spiega dalla Guiana Francese, Marco Bersanelli, docente di Astronomia e Astrofisica alla Statale. «Qui siamo tutti emozionatissimi. Com’è la visibilità?» chiedono da Milano. «Buona, anche se mezz’ora fa sulla zona del decollo si è abbattuto un nubifragio » risponde Bersanelli. Tutto fila liscio. La raccolta dei nuovi dati sull’universo può cominciare.