Galileo, un occhio cambiò il mondo

Benedetta CappelliniRassegna Stampa

Nel novembre 1609, Gali­leo Galilei, dopo aver perfezionato il cannoc­chiale e essersi conquistato la fiducia del Senato Veneto, da Padova lo punta verso il cielo e la storia dell’astronomia cam­bia per sempre. Il suo indagare celeste rivelò un nuovo mondo, confermando la cosmogonia copernicana, avviò una nuova era – quella della scienza mo­derna – e il dibattito tra scienza e fede. A 400 anni di distanza, nell’anno internazionale dell’a­stronomia, Padova celebra lo scienziato toscano che nella città arrivò nel 1592 e vi rimase fino al 1610 insegnando nell’U­niversità per 18 anni e prose­guendo qui i suoi esperimenti.Molte le iniziative già avviate: la VII giornata galileiana, il ciclo di martedì culturali al Barbari­go sul tema ‘Scienza e fede’ e ancora le conferenze con le os­servazioni al telescopio. Ora si entra nel clou delle celebrazio­ni con una serie di appunta­menti che dal 27 febbraio a lu­glio offriranno un viaggio cul­turale, tra mostre, conferenze, incontri per riscoprire la porta­ta delle scoperte galileiane e rendere merito a 400 anni di speculazione scientifica che trova in Padova una fucina sempre attiva.Punto di partenza la mostra dal titolo emblematico «Il futuro di Galileo. Scienza e tecnica dal Seicento al Terzo Millennio», inaugurata oggi nel nuovo Cen­tro culturale Altinate. L’esposi­zione propone, fino al 14 giu­gno, un percorso attraverso o­pere storico-documentarie: dalle prime edizioni di testi scientifici a manoscritti di Gali­lei esposti in originale e sfoglia­bili virtualmente, fino ad exhi­bit ed esperimenti interattivi per far cogliere al visitatore gli sviluppi della scienza (dal per­corso tra lenti e luci nel can­nocchiale di Galileo e la replica del piano inclinato per lo stu­dio della caduta dei gravi alle particelle accelerate in un gas rarefatto…). Tra gli oggetti in mostra, oltre al cannocchiale, il grande Astrolabio di Arsenius (1566) e la macchina divulsoria di Giovanni Poleni, ma ci sa­ranno anche un frammento di luna e il fotomoltiplicatore di Boxerino per lo studio delle reazioni termonucleari nel sole. In contemporanea sarà aperto una parte del Museo di geolo­gia e paleontologia nel cinque­centesco palazzo Cavalli, futura sede del Polo naturalistico e scientifico di Padova, da poco restaurato.Domani invece avverrà il taglio del nastro per la mostra «Lo spirito e il corpo, 1550 – 1650.

Cento anni di ritratti a Padova nell’età di Galileo», ai Civici Musei Eremitani dove, fino al 15 luglio, attraverso l’evoluzio­ne del ritratto al tempo del grande scienziato, si potrà ri­leggere l’ambiente e il contesto sociale dell’epoca.

A maggio oltre alla terza edizio­ne del ‘Premio letterario Gali­leo per la divulgazione scienti­fica’ appuntamento con ‘Se­conda stella a destra’, itinera­rio guidato alla scoperta delle ‘stelle di Padova’, scrutando la presenza del cielo nella quoti­dianità della vita: dalla volta della Cappella degli Scrovegni all’orologio astronomico di piazza dei Signori, il più antico d’Europa, a tanti altri piccoli segni celesti che costellano vie e piazze padovane.