Ravasi: nell’«anno di Galileo», scienza e teologia tornino a operare insieme

Benedetta CappelliniRassegna Stampa

Giovanni Grasso, l’Osservatore Romano, 15 dicembre 2008
«Galileo Galilei non fu mai condannato» e il Vaticano vuole far ripubblicare gli atti del processo per «rinfrescare la memoria» di quanti attendono ancora «pentimenti» che non avrebbero ragion d’essere: lo ha annunciato il presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, monsignor Gianfranco Ravasi,  a margine di un incontro tra le pontificie accademie. «Il Papa – ha detto Ravasi – non firmò la sentenza e i cardinali non raggiunsero l’accordo per la condanna, per questo sarebbe bene ripubblicare gli atti nella loro totalità, in modo da averli ancora a disposizione in una edizione la più possibile accurata e rigorosa dal punto di vista critico». Senza però voler «ritornare sempre – ha sottolineato Ravasi – a usare la storia come un tribunale, il che permette, sì, di purificare il passato, però adesso dobbiamo guardare verso il futuro». In vista 
dell’Anno galileiano Ravasi annuncia alcune iniziative vaticane: una riflessione sul tema dell’evoluzione biologica; la partecipazione al quattrocentenario delle rilevazioni di Galileo col cannocchiale; un grande convegno, a marzo, con teologi, scienziati e filosofi; infine una riflessione su fede e ragione. Alla fine – ha concluso Ravasi – «l’ oggetto della scienza e della teologia è comune: insieme consideriamo la realtà e il cosmo. Occorre tornare alla verità, a qualcosa che ci precede e ci eccede, nei cui confronti però dobbiamo muoverci, seppure con percorsi diversi, per scoprirne la complessità».