L’entrata in servizio di questa centrale da 1600 MW, che brucerà lignite e carbone provenienti dai vicini bacini carboniferi, è prevista per l’inizio del 2012.
L’impianto, che adotta le più recenti tecnologie, avrà un’efficienza netta del 46%, quasi il 30% in più dei più vecchi impianti a carbone tuttora in servizio in Germania, garantendo in tal modo una sensibile riduzione delle emissioni di inquinanti e CO2 a pari energia prodotta. La centrale sarà inoltre predisposto per la cattura della anidride carbonica contenuta nei fumi, di modo che quando le tecnologie di cattura e sequestro saranno commercialmente disponibili (presumibilmente dopo il 2020) potrà eventualmente essere aggiornata aggiungendo, con relativa facilità, i necessari impianti.
La notizia era già di per sé interessante, in quanto testimonia che le grandi aziende elettriche europee si guardano bene dall’abbandonare le tecnologie “tradizionali” di produzione dell’energia elettrica1, pur aggiornandole agli standard più recenti e predisponendole per gli sviluppi futuri.
Ma essa ha acquistato ulteriore rilievo in quanto la RWE ha approfittato di questa inaugurazione per dare l’annuncio ufficiale che essa ha intenzione di iniziare presto la costruzione2 anche di un impianto nel quale verranno per la prima volta adottate a scala industriale tecnologie di “cattura e sequestro”, cioè di rimozione dell’anidride carbonica dalle emissioni gassose prodotte dalla centrale.
Questo impianto, per il quale è stato scelto il sito di Huerth, vicino a Colonia, sarà del tipo IGCC (integrated coal gasification combined cycle): verrà cioè adottato uno schema nel quale il carbone non viene direttamente bruciato in una caldaia, ma viene “gassificato”producendo un gas ricco di idrogeno, che a sua volta alimenta un ciclo combinato basato su turbine a gas e a vapore (lo stesso tipo di ciclo oggi prevalentemente usato negli impianti alimentati a metano).
Le tecnologie di gassificazione si prestano particolarmente alla cattura della CO2, in quanto essa può essere rimossa nel corso del processo stesso, prima ancora di essere prodotta in un normale processo di combustione all’interno di una caldaia o di una turbina a gas. Nella turbina a gas dell’impianto verrà quindi bruciato idrogeno, con aria atmosferica, ed i fumi in uscita saranno di conseguenza prevalentemente costituiti da azoto e vapor d’acqua.
La CO2 catturata verrà compressa e pompata con un opportuno gasdotto verso un sito, nel quale avverrà il sequesto definitivo. Per l’individuazione definitiva di tale sito sono già in corso studi geologici nelle regioni limitrofe; si parla di acquiferi salini o di altre formazioni geologiche sotterranee, adatte allo scopo, nei quali la CO2 verrebbe definitivamente riversata.
L’impianto di Huerth avrà una potenza lorda di 450 MW ed una efficienza energetica netta di circa il 40%; a confronto con l’efficienza dichiarata per l’impianto di Hamm è evidente che il processo di gassificazione e rimozione della CO2, farà perdere diversi punti percentuali di efficienza, ma questo è l’inevitabile prezzo che si dovrà pagare per se si vorranno ridurre le emissioni di questo gas in atmosfera.
Di impianti a carbone di ultima generazione e di impianti IGCC si parla ormai da molti anni, e lo sviluppo delle relative tecnologie è stato ed è oggetto di diversi programmi di ricerca europea.
Con l’iniziativa di Huerth la Germania conferma la sua leadership nel campo energetico, dimostrando di possedere capacità e risorse per sostenere lo sviluppo di un ampio ventaglio di tecnologie per la produzione di energia, sia da fonti tradizionali che rinnovabili.
Nucleare, eolico, fotovoltaico, turbine a gas, gassificazione del carbone, ecc. sono tutti campi tecnologici nei quali la Germania primeggia in Europa e nel mondo e nei quali si dimostra capace di sfruttare tutte le occasioni offerte dai programmi comunitari di ricerca, portandole a maturazione in un ambiente in cui università, governo ed industria sembrano capaci di fruttuose cooperazioni, che si trasformano in proficue occasioni di lavoro e di profitti per il paese intero.
La Germania trasforma così in occasioni positive di sviluppo anche i vincoli e le limitazioni, quali quelle sulle emissioni di CO2, che altri paesi vivono in maniera negativa. Un esempio che anche in Italia bisognerebbe seguire.
Quando necessario l’industria tedesca non manca peraltro di segnalare al mondo politico le difficoltà pratiche legate all’attuazione degli accordi sulla riduzione delle emissioni di CO2. Nella citata cerimonia inaugurale l’amministratore delegato della RWE ha infatti manifestato l’esigenza che per gli impianti ad alta efficienza quali quello di Hamm siano adottati criteri incentivanti e più elastici per la concessione delle quote di emissioni.
1 Ricordiamo a questo proposito che anche ENEL ha inaugurato in giugno un grande impianto a carbone a Civitavecchia.
2 Per l’esattezza la RWE ha dichiarato di essere alla ricerca di partner industriali per questo progetto da due miliardi di euro, per il quale ha già impegnato, da parte sua, un miliardo di euro. L’impianto dovrebbe entrare in servizio entro il 2014. Per completezza riportiamo che anche la compagnia norvegese StatoilHydro, deciderà entro la fine del 2008 se costruire un analogo impianto di cattura e sequestro della anidride carbonica, nella località di Mongstad.