In questa serrata conversazione in cui si alternano domande positivamente «provocatorie» e risposte non scontate, viene messo a tema il problema di quale traguardo di certezza possa porsi la scienza, certezza che implica la rinuncia alla totalità e il coinvolgimento anche affettivo del soggetto pensante.
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(*) Nato nel 1964, ha studiato all’École polytechnique di Parigi e, nel 1989, è entrato al CNRS. Parallelamente alle sue ricerche in matematica ha pubblicato due saggi, il primo sullo stato e il senso della scienza nel pensiero moderno (Itinéraire de l’égarement, Seuil 2003), il secondo sui rapporti problematici delle società e degli individui contemporanei alle tradizioni che li fondano (Une folle solitude, Seuil 2006). Avendo recentemente cambiato l’etichetta di «matematico» con quella di «filosofo», insegna oggi all’Università Panthéon-Sorbonne
© Pubblicato sul n° 41 di Emmeciquadro