La cometa d’inverno

Benedetta Cappellini2023, Articoli, News

Un’ antichissima cometa sta per farci visita proprio in questi giorni.

Si tratta della cometa C 2022 E3 (ZTF), scoperta il 2 marzo 2022 grazie agli strumenti della Zwicky Transient Facility: si tratta di un progetto internazionale che ha lo scopo di monitorare il cielo notturno nell’ottico, scansionandolo ogni 2 giorni tramite una telecamera a campo estremamente ampio, collegata al telescopio Samuel Oschin dell’Osservatorio di Monte Palomar (California).

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La cometa C 2022 E3 (ZTF) (credits: NASA)

 

Questa cometa è stata anche soprannominata ‘cometa Neanderthal’: infatti, studiando il suo moto, gli astronomi hanno determinato che la sua orbita è un’ellissi molto allungata, e che probabilmente ha effettuato un precedente passaggio vicino alla Terra all’incirca 52.000 anni fa, all’epoca appunto dell’uomo di Neanderthal. Questo significa che, se la sua orbita rimarrà invariata (potrebbe infatti cambiare a causa delle interazioni gravitazionali con altri corpi celesti), non ripasserà vicino alla Terra per i prossimi 50.000 anni, e in questi giorni ci offre quindi un’occasione unica per osservarla.

C 2022 E3 ha già raggiunto il perielio, cioè la minima distanza dal Sole, il 12 Gennaio, mentre il 1 Febbraio alle 19:00 sarà alla minima distanza dalla Terra, pari a 42 milioni di km. Durante quella notte, in quelle precedenti e in quelle successive, fino al 5 Febbraio, la cometa sarà visibile ad occhio nudo, e per tutta la notte. Infatti si posizionerà visivamente in prossimità della stella Polare, e quest’ultima, indicando all’incirca il punto da cui passa l’asse di rotazione terrestre, alle nostre latitudini rimane visibile, assieme alle costellazioni ad essa vicina, per tutta la notte.

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Posizione della cometa nella notte del 1° Febbraio 2023

 

A meno di cambiamenti inaspettati, dovuti all’attività imprevedibile del nucleo di una cometa, la sua luminosità raggiungerà un massimo pari ad una magnitudine apparente di +5, che è superiore di circa 2 volte e mezzo rispetto alla minima luminosità percepibile dall’occhio nudo. Ma attenzione, non sarà sufficiente semplicemente alzare gli occhi al cielo verso la stella Polare per poterla individuare. Sarà infatti necessario un cielo senza inquinamento luminoso (lontano dalla città) e l’ausilio almeno di un piccolo binocolo.

Ma cosa è una cometa? Si tratta di un corpo celeste che potrebbe essere paragonato ad una innocua "palla di neve sporca", composta da rocce mescolate a gas congelati, acqua, metano, ammoniaca e polvere, e dalle dimensioni solitamente inferiori ai 15km di diametro, con alcune eccezioni (alcune possono superare i 40 km di diametro). Le comete provengono da una sorta di guscio che racchiude il sistema solare, detto "nube di Oort", contenente anche milioni e milioni di corpi rocciosi. Questa nube si estende fino a cinquantamila volte la distanza Terra-Sole!
Le comete riposano nella nube di Oort fin da quando il Sistema Solare si è formato, miliardi di anni fa, e si sono conservate uguali ad allora, come in una grande dispensa cosmica. A volte, quando qualcosa disturba la loro quiete, uno di questi pezzi di roccia ghiacciata sfugge dalla nube e si avvicina al Sole a grande velocità, entrando in un'orbita molto allungata e diventando una cometa. Alcune comete percorrono un'orbita chiusa, di forma ellittica, perciò si ripresentano periodicamente (con periodi estremamente lunghi come probabilmente C 2022 E3, oppure più brevi, come ad esempio la cometa di Halley), mentre altre percorrono un'orbita aperta e quindi passano solo una volta in prossimità del Sole. Quando la cometa si avvicina a qualche centinaio di milioni di km dal Sole, il ghiaccio che essa contiene inizia ad evaporare e forma attorno alla parte rocciosa una nube di gas e polveri detta chioma, da cui prende il nome la cometa stessa; infatti ‘cometa’ deriva da ‘coma’, che in latino significa appunto chioma. Quando la cometa si avvicina ancora di più al Sole, la radiazione solare esercita una pressione sulla chioma, che la spinge nella direzione opposta al Sole, dandole la forma di una coda, che diventa leggermente arcuata per la combinazione tra il moto della cometa e la spinta della radiazione solare. Nelle comete in realtà si distinguono solitamente due code separate: una di polveri e una di ioni.

Qualche curiosità sulla cometa C 2022 E3: dalle osservazioni è emerso che la sua orbita ha un’inclinazione di circa 109°; questa elevata inclinazione protegge parzialmente la cometa dalle perturbazioni gravitazionali planetarie, che statisticamente sono più importanti muovendosi vicino al piano dell’eclittica (cioè il piano dell’orbita dei pianeti intorno al Sole). Come la maggior parte delle comete, anche C 2022 E3 mostra le due code di polvere e ioni. Dalle riprese dei telescopi attualmente essa mostra una chioma di colore verde, un’intensa coda di polveri di colore giallastro e una sottile coda di ioni di colore bluastro. Il caratteristico colore verde della chioma è dovuto all’emissione delle molecole di carbonio presenti nella cometa. 

 

La cometa C 2022 E3 (ZTF) (credits: NASA)

Immagine della disconnessione della coda della cometa, avvenuta il 17 Gennaio (credits: Micheael Jaeger)

 

Ma la coda di questa cometa è davvero speciale, per due diversi motivi; il primo è che il 17 Gennaio la coda di C 2022 E3 ha subìto un raro evento di disconnessione: un pezzo della coda si è staccato ed è stato portato via dal vento solare, a causa delle espulsioni di massa coronale (CME) del Sole, più intense a causa dell’aumento dell’ attività solare nell’ultimo periodo.

 

La cometa C 2022 E3 (ZTF) (credits: NASA)

   Fotografia di C 2022 E3 con le sue 3 code (credits: Bill Williams, Chiefland Astro Village, Florida, USA)

 

Il secondo è che il 22 Gennaio la cometa ha mostrato una caratteristica poco conosciuta: la presenza di una terza coda, direzionata verso il Sole, e non nella direzione opposta! Questo fenomeno si chiama ‘anti-coda’ o ‘coda effimera’ ed è una illusione ottica, che si verifica quando la Terra attraversa il piano orbitale della cometa; non si tratta quindi di una vera coda, ma solo di un particolare e spettacolare effetto ottico. Un evento simile era stato immortalato ad esempio durante il passaggio della cometa Arend-Roland del 1957 .

 

Occhi al cielo quindi per la notte del 1° Febbraio, e per chi non avrà la possibilità di spostarsi in luoghi lontani dalla città, EduInaf organizzerà una diretta la sera del 30 gennaio in cui verrà mostrata la cometa ripresa con i telescopi di Asiago e con il Telescopio Nazionale Galileo.

Alida Marchetti