Le virtù eroiche di Jérôme Lejeune

Benedetta CappelliniNews

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La mostra “Cos’è l’uomo perché te ne curi? Genetica e natura umana nello sguardo di Jérôme Lejeune”, curata da Euresis per il Meeting di Rimini 2012, si concludeva con un aggiornamento circa la causa di beatificazione di Lejeune, citando le parole riecheggiate nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi nell’aprile dello stesso anno: «Jérôme Lejeune è stato fedele al suo impegno di servitore della vita senza cedere alle pressioni, ne indietreggiare davanti agli ostacoli. Ha saputo mettere la sua grande intelligenza al servizio di Dio e degli uomini, in particolare di quelli più deboli a rischio di essere emarginato dai suoi colleghi. Ha fatto uso della sua scienza per testimoniare la Verità, riconciliando agli occhi del mondo la fede e la ragione».

Ora il percorso della causa di beatificazione e canonizzazione fa un passo importante col riconoscimento da parte della Congregazione per le Cause dei santi delle «virtù eroiche del Servo di Dio Jérôme Lejeune» che viene quindi dichiarato “venerabile”.
Nella stessa mostra la figura di Lejeune è emersa in tutta la sua grandezza di medico tutto proteso a cercare di guarire i suoi pazienti, impegnato in una ricerca che aveva come primo scopo il recupero della dignità del malato, convinto che «difendere ogni paziente, prendersi cura d’ogni uomo, implica che ciascuno di noi debba essere considerato “unico” e “insostituibile”». La sua testimonianza ci riporta alle motivazioni più profonde anche dell’attività scientifica e al valore che la conoscenza scientifica può rappresentare per tutti: «Si può dire che lo stesso impulso alla ricerca scientifica scaturisce dalla nostalgia di Dio che abita il cuore umano: in fondo, l'uomo di scienza tende a raggiungere quella verità che può dare senso alla vita. Ma per quanto sia appassionata e tenace la ricerca umana, essa non è capace con le proprie forze di approdo sicuro. Lo Spirito che governa l’universo si è preso il disturbo di modellare il suo proprio ritratto nell’unica creatura vivente capace di ammirare la creazione. Se siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Colui che ha fatto le leggi dell’universo, allora il fatto che possiamo avere una certa comprensione dell’universo diventa plausibile».