Misteriosa è l’acqua

Benedetta CappelliniRassegna Stampa

Mario Gargantini, Notiziario Meeting, giugno 2015
Misteriosa è l’acqua. Semplice, limpida, disinteressata, pronta a mondare ciò che è sordido, a ristorare ciò che è assetato. E nello stesso tempo profonda, insondabile, irrequieta, piena di enigmi e di forza. Immagine adeguata dei fecondi abissi da cui sgorga la vita e immagine della vita stessa che sembra così chiara ed è così misteriosa”.

Così Romano Guardini, nel saggio I santi segni del 1922, parlava della natura dell’acqua sintetizzandola nel termine “misteriosità”, ad indicare, più che la non conoscenza, la ricchezza incommensurabile di contenuti, di forme e di significati di questa preziosa sostanza.
E proprio l’espressione usata da Guardini è posta a titolo della mostra che l’Associazione Euresis propone al Meeting 2015, in un percorso che prende le mosse dall’esperienza elementare della mancanza di questo bene indispensabile. L’esperienza della “sete”, che ciascuno direttamente percepisce in momenti e con gradi differenti, è da sempre l’emblema dell’attesa e dell’urgenza di ciò che è essenziale per la vita dell’uomo, non solo come sopravvivenza fisica ma come compimento della propria natura.
Seguendo il filo conduttore della sete, il percorso espositivo ci conduce sui passi principali che tutte le civiltà hanno compiuto per rispondere al bisogno permanente di acqua.
Grazie al controllo dell’acqua l’uomo è stato in grado di migliorare la propria condizione nel corso dei millenni prima attraverso l’agricoltura e l’allevamento, poi con l’inizio dell’attività industriale e i primi esempi di produzione su larga scala dell’energia elettrica.
Approfondendo il rapporto tra la storia della civiltà e l’acqua, si vede come l’acqua sia stata un fattore di sviluppo fondamentale: è infatti essenziale per la sussistenza della persona ma altrettanto lo è per la crescita della società. Le grandi civiltà antiche sono debitrici all’acqua: si pensi ai Babilonesi, agli Egizi, a Roma, ma anche a Cina e India.
Nei secoli l’uomo ha maturato una grande capacità di gestire la risorsa acqua, trasportandola dove ne aveva più necessità, imparando a utilizzarla per migliorare la produzione agroalimentare, ma anche ingegnandosi per fronteggiare il suo potere distruttivo. Grandi città sono sorte sulle rive di grandi fiumi; ed è anche vero che per il governo dell’acqua si sono fatte le guerre. Ancora oggi la disponibilità di acqua pulita per tutti è uno degli obiettivi globali non del tutto raggiunti e che invoca con urgenza scelte e decisioni alimentate da una logica di solidarietà e cooperazione internazionale.
La sete indirizza l’uomo verso le fonti, verso le sorgenti; e in questa ricerca l’uomo desidera risalire fino alle origini dell’acqua stessa, che poi misteriosamente si incrociano con le origini del Pianeta e della vita su di esso. L’interrogativo circa l’origine dell’acqua passa attraverso la constatazione (ben lontana dal senso comune) che l’acqua è presente nell’universo ma che, secondo gli attuali modelli di formazione di sistemi planetari, non dovrebbe esserci sulla Terra: la sua presenza sul nostro pianeta è un mistero.
Ci sono due ipotesi prevalenti che tentano di dare una risposta all’enigma. Per la prima l’acqua sarebbe letteralmente piovuta dal cielo: trasportata dagli asteroidi e dalle comete (anche se gli ultimi dati che ci sono giunti dalla sonda Rosetta indurrebbero a confutare il ruolo delle comete). Per la seconda ipotesi, l’acqua sarebbe scaturita dalle rocce (il pensiero non può non correre all’immagine biblica di Mosè che percuote la roccia per dissetare il popolo ebreo nel deserto) e alcune rocce avrebbero un ruolo importante nel mantenimento dell’acqua sul Pianeta. Ma le due ipotesi potrebbero addirittura sovrapporsi e agire in collaborazione.
È difficile pensare a una sostanza naturale che sia tanto necessaria alla vita quanto l’acqua. Da essa dipende la nostra esistenza quotidiana, così come quella degli altri esseri viventi.
Dalle origini allora l’indagine si allarga su domande che sono di sempre. Che cosa rende l’acqua così importante per la vita biologica? Perché il nostro organismo ne dipende così profondamente? Come nasce in noi la percezione della sete? Che ruolo ha avuto l’acqua nella storia della vita sulla terra? La scienza moderna ha approfondito in modo straordinario la nostra conoscenza delle caratteristiche fisico-chimiche e biologiche dell’acqua. La sua molecola è fra le più semplici combinazioni atomiche possibili in natura, eppure essa possiede proprietà eccezionali, e per certi versi uniche.
Non solo l’acqua è essenziale per la fisiologia degli organismi viventi (basti pensare che il nostro corpo è costituito per il 65% da acqua), ma essa ha avuto un ruolo decisivo per il sorgere stesso dei primi micro-organismi, oltre 3.5 miliardi di anni fa, e ne ha accompagnato l’evoluzione sulla terra. Ma ancor prima di ogni approfondimento scientifico, l’essenzialità dell’acqua è percepita da ogni uomo e da tutti i popoli.
Nella letteratura e nelle arti figurative di ogni cultura l’acqua appare come rimando alla vita, alla prosperità, alla fecondità. Nel linguaggio religioso dei diversi popoli, all’acqua è associato un aspetto di sacralità; in particolare l’acqua è un simbolo di generazione, purificazione, rinascita.
La scienza moderna, quando si pone come apertura alla realtà e resiste alle pretese di onnipotenza, introduce una consapevolezza nuova e ci consente di riscoprire in termini vivi e sorprendenti l’antica immagine dell’acqua come emblema di ciò che è necessario alla vita, come segno del compimento della persona.
Noi sentiamo la mancanza di ciò che è essenziale per vivere. Così la “sete”, anche per noi moderni, è segno potente dell’attesa e della ricerca di ciò che ci costituisce, espressione analogica di un desiderio smisurato e incolmabile; che spera solo di incontrare Qualcuno che possa dirci: «chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».