Salvatore Furia è fondatore della “Cittadella della Scienza, del Parco Regionale del Campo dei Fiori”, della ‘Società Astronomica “G. Schiaparelli”’; naturalista instancabile, ha promosso la formazione del Parco del Ticino, del Parco delle Pinete di Tradate, del Parco circumlacuale del Lago di Varese, tenendo innumerevoli conferenze e dibattiti volti alla sensibilizzazione ambientale. E’ stato insignito con molte onorificenze, nazionali e internazionali, per il suo lavoro in ordine alla conservazione del territorio e dell’ambiente. La scienza ha un importantissimo ed incontestabile dovere sociale: essa non può non rivolgersi all’uomo della strada. Con il procedere del progresso, essa deve parallelamente rinnovare il proprio linguaggio comunicativo per rendersi comprensibile ed “umana” proprio perché l’uomo comune la possa sentire, non come una realtà splendida ed inaccessibile ma come un meraviglioso patrimonio comune al quale potersi accostare per conoscere meglio, acquistando coscienza e spiritualità nuove. La ricerca del massimo rendimento trascura il valore spirituale di ciascuno, quel valore che, soffocato od ignorato, rende indifferenti di fronte alle meraviglie del Creato e sulle quali lo sguardo si posa senza più stupore.
Quando nel lontano ottobre 1941 giunsi, ancora ragazzo, a Varese dalla lontana Sicilia, recavo in me la nostalgia di una terra forte e generosa, così diversa dai dolci orizzonti prealpini. Una terra aspra, con cieli bui splendenti di stelle alle quali, la notte, dai campi profumati di essenze mediterranee antiche e sempre diverse, rivolgevo lo sguardo cercando di carpirne i segreti. Lassù riponevo la speranza che un giorno, da grande, avrei potuto indagare il cosmo con strumenti che consentissero visioni meravigliose delle profondità celesti. Sul far di una sera ottobrina, partii in bicicletta da Varese e fra una pedalata e l’altra, annaspando su per la ripida salita, giunsi per la prima volta a vetta Paradiso, una delle due cime più alte del Campo dei Fiori che forse inconsciamente mi ricordava il vulcano ai piedi del quale ero nato. Il cielo di ponente avvampava d’incendio sulle giogaie alpine innevate e taglienti. Tutt’intorno un silenzio altissimo, non un alito di vento e le cime degli abeti immobili. Meditai così, in quella sera di ottobre, il proponimento di far sorgere su quella cima, un complesso di opere che avrebbe consentito alla gente di accedere alle superbe visioni della volta stellata, nella contemplazione e nella ricerca, sulla sommità del monte divenuta magicamente proscenio aperto sull’immenso spettacolo dell’universo siderale. Passati con non poche traversie i lunghi anni del conflitto mondiale, la fiammella accesa in me quella lontana sera del 1941 non si era spenta nonostante le mutate condizioni politiche e culturali In quegli anni intrapresi la carriera di procuratore all’Ufficio del Registro conclusasi dopo 40 anni di servizio come Procuratore dell’Ufficio IVA di Varese.
Fondai allora, nel 1956, un’associazione culturale che avesse lo scopo della divulgazione delle scienze della natura e di realizzare un Osservatorio astronomico, un Osservatorio geofisico, un Parco naturale attorno agli edifici e un luogo dove ospitare gli studiosi che sarebbero senz’altro sopraggiunti da ogni parte d’Italia e, perchè no, anche dall’estero. I criteri sociali dell’attività raccolti nello Statuto, sono immutati nel tempo(1). Per realizzare la Cittadella di Scienza della Natura mancava però tutto: terreno, attrezzature scientifiche, una strada, le linee elettriche e mancavano, soprattutto, i soldi per realizzare tutto ciò. Il 6 settembre del 1956 il pianeta Marte raggiungeva la minima distanza dalla Terra.
Tutti i telescopi mondiali erano mobilitati nella ricerca di arcane risposte dal pianeta “gemello” della Terra: era esistita o avrebbe potuto esistere la vita lassù?
Il giorno successivo la Prealpina, il giornale locale, pubblicò il primo articolo a mia firma, che richiamava l’attenzione sul fenomeno astronomico in corso ed invitava quanti fossero desiderosi di accostarsi alle scienze del cielo ad unirsi a quella associazione che, con atto formale, il 20 settembre successivo, diveniva il “Gruppo Astronomi Dilettanti”, subito dopo denominata “Associazione Astronomica Dilettanti Varese”, la cui targa marmorea si legge ancora oggi sulla soglia della Torre Civica di Piazza Monte Grappa. Migliaia di persone di buona volontà si sono avvicendate su quella cima al mio fianco, nel gelo, nella neve, sotto il sole cocente delle calure estive. Lo spirito che le anima non è quello della ricerca di un semplice hobby, bensì una precisa e sentita vocazione a dar testimonianza di solidarietà umana e di cultura, sia all’interno dell’Associazione sia nella vita di tutti i giorni.
I primi anni furono davvero pionieristici.
I fondi per la costruzione dello stabile dell’Osservatorio e della cupola di levante giunsero grazie al generoso contributo di Adele Pesaro e Sai Vita, ma non furono sufficienti a coprire l’intero costo. L’associazione suppliva alla penuria finanziaria accollandosi tutti i lavori edili di complemento all’impresa costruttrice, il trasporto a spalla di quelli che era impossibile trasportare con il piccolo mezzo cingolato su per l’impervia mulattiera, comprese le parti metalliche della prima cupola, che fu completata nell’agosto del 1964.
La costruzione della strada si rese poi indispensabile e non più procrastinabile, per consentire la ricezione di pubblico e scolaresche, secondo gli scopi istituzionali. Infatti ad ogni temporale la mulattiera si trasformava in un torrente di fango e ad ogni inverno una invalicabile lastra di ghiaccio ricopriva l’intero tracciato. Così fu sospesa ogni attività scientifica; presi la patente di “fuochino” ed eseguii 260 mine per l’allargamento della sede viaria e la formazione di piazzole. Il prezzo fu altissimo: oltre il 70% dei soci abbandonò l’impresa. Erano arrivati per studiare i fenomeni del cielo e della terra e si ritrovavano, puntualmente, ogni fine settimana, con un badile o un piccone in mano. Però, grazie a quegli anni di intenso e duro lavoro, la “Cittadella di Scienze della Natura” è divenuta una realtà di Opere, di Istituzioni, di Servizi proiettata verso il nuovo millennio quale luogo di cultura interdisciplinare a disposizione degli studiosi.
Le tre cupole astronomiche dell’Osservatorio, si aprono sull’infinito con circa 20mila visitatori provenienti dall’Italia e dall’estero. L’obiettivo di creare un ponte di comprensione tra una scienza sempre più tecnologica e la gente è più attuale che mai. Una moltitudine di persone chiede di dare un’occhiata all’oculare del telescopio, chiede la solennità di cieli più bui e più puri, la soddisfazione di osservare altri mondi sotto la spinta di sperimentare emozioni mai prima vissute ed è questa l’esigenza, profondamente sentita, che intendiamo soddisfare, nella convinzione che da ciò possa derivare elevazione dello spirito e consapevolezza della fragilità della nostra Terra, astronave che fugge inarrestabile, mossa unicamente dal volere di chi l’ha voluta.
Diversi gruppi di ricerca sviluppano un’intensa attività osservativa che ha portato, tra l’altro, l’osservatorio in vetta alla classifica mondiale per il numero di comete osservate, studi di astrometria per la determinazione delle orbite di asteroidi in collaborazione con il Minor Planet Center di Cambridge (Massachussets) verificano il potenziale rischio di impatto di questi corpi con la Terra. Pericolo remotissimo ma non trascurabile. Nella nuovissima terza cupola, di oltre 7 metri di diametro, è in avanzata fase di installazione un nuovo telescopio di grandi dimensioni, con completa robotizzazione e controllo remoto.
Il 13 luglio 1962 a Punta Paradiso, sulla sommità del Campo dei Fiori, sotto quegli abeti che mi avevano visto solitario sognatore in un fredda sera d’autunno di vari anni prima, incontrai la Signora Sofia Stringher Zambeletti, proprietaria di quei boschi, per discutere la possibilità di realizzare un Parco che custodisse il progettato Giardino per la diffusione, la tutela della flora del Campo dei Fiori e della biodiversità. La mia filosofia fu subito condivisa dalla nobildonna che, nel 1964 donò al Comune di Varese, in memoria dei genitori, i terreni che formano il compendio prativo e boschivo della Cittadella, con condizione modale di perenne destinazione agli scopi della Società Astronomica G.V. Schiaparelli. Il Comune di Varese integrò le donazioni con l’acquisto di terreni limitrofi di proprietà dell’allora SGAV (Società Grandi Alberghi Varesini). Un finanziamento del 1981 della Direzione Generale Economia Montana e Foreste, consentì di iniziarne la costruzione. A parte ciò e ad un modesto contributo annuale che fu erogato negli anni passati della Regione Lombardia, la materiale costruzione si deve ad un durissimo lavoro manuale condotto personalmente. Oggi i miei collaboratori curano la conservazione delle roccaglie, dei sentieri, delle scalinatelle, la riproduzione delle specie in serra fredda e la collocazione degli esemplari floristici nelle aiuole predisposte.
Il Centro Studi Botanici “Lombardia” da me voluto per dotare il piccolo Parco e il Giardino di un organo moderno di servizio tecnico-scientifico nel quale compiere studi in campo forestale, floristico e pedologico è frequentato da coloro che si dedicano alla ricerca nel campo della biodiversità con la disponibilità della strumentistica necessaria, di apposita biblioteca, di erbario e di una splendida raccolta di farfalle paleoartiche.
Il progetto culturale prevede l’inserimento graduale degli allievi nell’appropriato uso degli strumenti scientifici e dei laboratori specializzati nonché la preparazione alla divulgazione scientifica, così, con gioiosa applicazione si concretizza una tra le più nobili utilizzazioni del tempo libero. Il metodo prevede l’impegno dei giovani all’autodisciplina durante la ricerca e la sperimentazione. L’attività della sezione meteorologica meglio conosciuta come “Centro Geofisico Prealpino” esplica le sue potenzialità di servizio e di protezione civile nell’ambito del volontariato scientifico per le numerose collaborazioni instaurate con Enti pubblici e privati, come la fornitura quotidiana delle previsioni meteorologiche alle Autorità regionali, provinciali e in particolare alle Prefetture, comunicazioni urgenti alla sala operativa della Protezione Civile Nazionale (vedi allertamento per il disastro della frana della Valtellina, 1987).
Della Cittadella fa parte anche un’istituzione di interesse ultra regionale, l’Osservatorio Sismico aderente alla Rete dell’Istituto Nazionale di Geofisica con la sigla internazionale VAI. L’Istituzione è sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Giovani, laureati e laureandi in discipline della fisica della Terra impegnano gran parte del loro tempo libero ad assumere complementi che non sono di facile reperibilità altrove. Anche in questo lavoro di progettazione e lavori esecutivi sono stato affiancato dai volontari, sempre nel tempo libero. Le reti di stazioni meteorologiche e monitoraggio in tempo reale, hanno i sensori dislocati nel territorio provinciale, la base operativa ed il centro di raccolta dati è a Varese, ove ha sede il Centro. Anch’esso fa parte integrante della Cittadella, rappresenta un altro importante polo per la visita didattica di scolaresche, con un impegno di circa 2000 studenti l’anno.
A conclusione alcune considerazioni.
Ventuno scienziati del Consiglio d’Europa, riuniti nel settembre 1985 presso Cittadella per studiare lo stato della salvaguardia dell’Ambiente in Lombardia hanno condensato nel volume “Rapporto Campo dei Fiori” il loro pensiero sull’attività giovanile (Ediz. Assessorato Ambiente regionale) :
“ A proposito del coinvolgimento della gioventù sui problemi della gestione del mondo, abbiamo preso conoscenza di una realizzazione esemplare: la Cittadella della Scienza sul Monte Campo dei Fiori nel Parco regionale omonimo (Varese). Questa istituzione costituisce un esempio di quanto e come si può agire con efficienza per la gioventù, per la scienza e per l’avvenire dell’ambiente. In base a quanto abbiamo “de visu” potuto constatare, riteniamo che istituzioni così fatte dovrebbero essere realizzate ovunque a corredo dei complessi urbani, dei Parchi Nazionali e regionali, delle riserve naturali. Auspichiamo pertanto che le amministrazioni locali, regionali e nazionali italiane e ogni altra organizzazione in grado di farlo, si prodighino in tale senso assicurando a simili istituzioni appoggio e mezzi che consentano di sorgere, mantenersi e svilupparsi”.
Linea politica, dunque, ispirata alla tutela dei valori ambientali, alla divulgazione delle Scienze della Natura contro ogni forma di devastazione della biosfera e degli elementi che la costituiscono, con particolare riguardo alla corretta gestione del territorio per la ricerca di un equilibrio tra utilizzazione dei beni naturali e qualità della vita. E’ indispensabile che i giovani non seguano il qualunquismo consumistico e aberrante di una civiltà materialistica. Occorre guidarli , senza paternalismi condizionatori, verso un progresso culturale senza pregiudizi di razza, di colore, di religione. Occorre assecondarli, incoraggiarli, con onestà ed amore, affinché ognuno possa sentire l’interesse alla riflessione ed al raccoglimento dello spirito dal quale può venire la Luce che rivela la verità.
In tale logica essi, giovani ed anziani, lavorano assieme a Campo dei Fiori, in un reciproco scambio di idee, nell’ambito della ricerca scientifica sugli ecosistemi, sul territorio: quando poi giunge la notte indagano sui mondi planetari e sui sistemi del cosmo. In centinaia hanno dato e continuano a dare il loro contributo di opere, di ricerca e di umile lavoro manutentivo, uniti nella diversità e nella solidarietà. Alcuni hanno “messo su” famiglia ed ora accogliamo i loro figli nella condivisione dei valori raccolti all’interno della nostra comunità culturale.
Valori ai quali ho rivolto tutte le mie aspirazioni per contribuire a rendere più popolare, più accessibile, più attiva la cultura e l’esperienza degli studiosi amatori delle Scienze della Natura, perché la divulgazione possa progredire scevra da egoistiche gelosie che ne limitino o non facilitino gli scambi di esperienze e sia essa un efficace mezzo di elevazione per tutti noi.
Il 2 giugno 1971 ho ricevuto il massimo riconoscimento costituzionale della Repubblica: Diploma di 1 classe di “Benemerito della cultura, della scuola e dell’arte” con medaglia d’oro del Presidente della Repubblica.
Ho svolto centinaia di lezioni, conferenze, corsi nelle scuole di ogni ordine e grado, dalle materne alle superiori ed infine all’Università di Pavia, in seno alla cattedra di Conservazione della Natura in qualità di professore a contratto dal 1984 al 1990. Il 26 settembre 1986 il magnifico Rettore, prof. Alessandro Castellani, mi insigniva del Collare Teresiano riservato ai Professori del prestigioso ateneo pavese. La cerimonia si svolse nel Salone Estense, alla presenza del Senato accademico e del Sindaco di Varese Maurizio Sabatini. Ho ricevuto il Premio della Regione Lombardia “Rosa Camuna” per i meriti conseguiti nel campo del turismo sociale (1982), il Diploma con Medaglia d’onore della Regione Lombardia per l’ attività di tutela del patrimonio naturale lombardo (29.3.1988) ed il “Sigillo Longobardo” del Consiglio della Regione Lombardia (27.2.2005) rappresentato dal Presidente Attilio Fontana, alla presenza del Presidente R. Formigoni¸ la cerimonia avvenne presso il Teatro della Scala di Milano. Mi ha premiato con medaglia d’oro l’Amministrazione Provinciale di Varese per il coordinamento tecnico dei 141 Comuni della Provincia nelle operazioni di soccorso durante il terremoto dell’ Irpinia (3.7.1982) e con il Premio “Provincia di Varese 2002″ in riconoscimento delle benemerenze per l’attività svolta a tutela del territorio della Provincia e delle sue risorse naturali. Non da ultimo, il Comune di Varese. Il Sindaco Mario Ossola mi conferiva nel 1974 l’incarico onorario di Sovrintendente al verde pubblico della città. Dopo 12 anni il Sindaco M. Sabatini, in occasione del 30° della Cittadella di Campo dei Fiori, mi conferiva l’onoreficenza di Cittadino Benemerito per le opere intraprese a favore del patrimonio pubblico e, successivamente con la “Martinella del Broletto 2001”, in riconoscimento dell’attività svolta a favore delle Istituzioni culturali e scientifiche della città. Molti altri riconoscimenti ed onorificenze mi sono state attribuite nel corso degli oltre cinquant’anni di vita dedicati allo sviluppo del mio progetto, anni non sempre facili, alcuni angosciosi come quelli intorno al 68 quando mi trovai a combattere contro la lotta armata, la contestazione giovanile, il “Dio è morto”: Assunzione di responsabilità nella gestione del capitale umano della Cittadella e nei confronti dei mecenati ed Enti pubblici e privati che in me hanno riposto la loro fiducia mi hanno più volte letteralmente “tolto il sonno”. La fatica fisica invece non mi ha mai spaventato.
Ora, alla soglia delle mie 85 orbite intorno al Sole, proseguo nel cammino forte del successo e dei traguardi raggiunti, successo che mi onora e con me onora tutti coloro che hanno partecipato a quella singolarità che è la Cittadella di Scienze della Natura di Campo dei Fiori. La storia prosegue con la speranza che la Provvidenza continui ad avere un occhio di riguardo nei miei confronti e ancora di più sui giovani astrofisici, botanici, geofisici: uomini e donne della Cittadella che sotto la guida di un mio allievo del 1972, ora Professore ordinario di fisica teorica dell’Università Statale di Milano, Prof. Luca Molinari, e di altri studiosi e ricercatori proseguiranno la vita e la storia di questa Istituzione Varesina unica in Italia. “Esiste quindi un cammino che l’uomo, se vuole, può percorrere; esso prende il via dalla capacità della ragione di innalzarsi al di sopra del contingente per spaziare verso l’infinito” (Giovanni Paolo II – “Fides et ratio”)
Le esperienze più significative presentate nel Rapporto di Fine Legislatura riguardo le Vocazioni Scientifiche:
- L’Editoriale di Euresis su questo tema
- Antonia Poli (ITIS “Fermi” di Desio)
- Elio Sindoni (Direttore Dipartimento Scienze Ambiente e Territorio – Università degli Studi di Milano-Bicocca)
- Paola Platania (Istituto Fisica dei Plasmi, CNR di Milano)
- Fabio Peri (Civico Planetario di Milano “Ulrico Hoepli”)