L’autore mostra il percorso avvincente, anche se non privo di contraddizioni, compiuto da Galileo per affrancarsi dalla teoria aristotelica del moto. I tre teoremi che enuncia, quello della caduta libera, dei piani inclinati e delle corde, gli permettono di affrontare in modo nuovo lo studio del moto, anche se i teoremi, almeno inizialmente, sono più intuiti che dimostrati. Una caratteristica di questo percorso, per certi versi paradossale, è l’utilizzo da parte di Galileo di un metodo della Scolastica: prima mostrar falsi i vecchi concetti (reprobo) e poi mostrar validi i nuovi (probo). Poiché col senso comune siamo tutti aristotelici, questo metodo può avere delle suggestioni in una didattica che aiuti gli studenti a superare «preconoscenze» errate sul moto dei corpi.
Clicca qui per accedere all’articolo in formato pdf.
* Dipartimento di Fisica “A. Volta” dell’Università di Pavia.
© Pubblicato sul n° 34 di EMMECIquadro