Nonostante la piena riabilitazione decisa qualche anno fa da Giovanni Paolo II, in una parte non indifferente del mondo cattolico continua a sussistere un tenace pregiudizio contro Galileo, visto spesso non come il fondatore di una nuova e importantissima forma di conoscenza, la scienza sperimentale, le cui profonde radici cristiane sono ormai state dimostrate in modo indiscutibile da studiosi del calibro di Pierre Duhem, Étienne Gilson, Stanley Jaki e Peter Hodgson, ma piuttosto di quella autentica perversione della vera scienza che è lo scientismo. L’autore, filosofo della scienza, interviene per chiarire le profonde differenze concettuali, anzi la vera e propria opposizione esistente tra Galileo, protagonista di una rivoluzionaria operazione di «allargamento della ragione», e i responsabili della degenerazione scientista, primo fra tutti Cartesio.
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© Pubblicato sul n° 29 di EMMECIquadro