Prosegue la riflessione, iniziata nel numero di dicembre 2002, sulla correttezza nell’uso del linguaggio scientifico, condizione necessaria per fare scienza, comunicarne i risultati e, ancora di più, insegnarla. In questo contributo viene messo a tema il termine «trasformazione». Dal pensiero aristotelico l’autore trae il metodo per la sua definizione; dalla storia della scienza trae spunti per chiarire il suo significato analizzandolo in contesti diversi: matematico, fisico, chimico e naturalistico. Il lettore è condotto nel complesso intreccio di elementi di «conservazione » e di «cambiamento» che rappresenta il significato profondo di questo termine nel linguaggio scientifico.
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* Ordinario di Chimica Teorica presso l’Università di Napoli “Federico II”.
© Pubblicato sul n° 19 di EMMECIquadro