Parole e scienza: il moto

Benedetta CappelliniArticoli

Prosegue la riflessione sulla correttezza nell’uso del linguaggio scientifico condizione necessaria per fare scienza, comunicarne i risultati ed, ancora di più, insegnarla.   Il termine «moto» individua un concetto centrale della fisica moderna e contemporanea.   L’autore ne problematizza l’uso in base alla pregnanza di significati che acquista in diversi contesti teorici e fenomenologici.

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* Ordinario di Chimica Teorica presso l’niversità di Napoli “Federico II”

* Nel rileggere questo articolo l’autore si è reso conto di aver fatto un’affermazione molto curiosa a proposito dei sistemi di riferimento.   Si parla infatti di fissare «tre punti non complanari»; ma poiché per tre punti passa sempre uno e un solo piano evidentemente è stata omessa l’indicazione di un quarto punto. Per rettificare in modo semplice basterà leggere «quattro punti» invece di «tre punti». Infatti, costruendo le tre rette definite ciascuna da un punto origine P e da uno degli altri tre punti si ha un sistema di riferimento completo nello spazio ordinario, che è quello a cui ovviamente tutto il capoverso intendeva riferirsi.

© Pubblicato sul n° 17 di EMMECIquadro