Benoît Mandelbrot, uno dei più grandi matematici del Novecento (ma anche fisico ed economista, come egli stesso tiene a puntualizzare), è lo scopritore dei frattali, oggetti matematici dalle caratteristiche inusuali. I frattali possono essere di una complessità estrema, pur scaturendo in genere da regole generative molto semplici. Ma soprattutto sono oggetti bellissimi. La loro singolare somiglianza con le forme di moltissimi oggetti naturali fa legittimamente sospettare che tale bellezza sia soltanto il riflesso di una verità più profonda, che oggi riusciamo appena a intuire, sul mondo che ci circonda e sul rapporto che la nostra mente intrattiene con esso.
Intervistare Mandelbrot è un’esperienza unica: il suo modo di parlare, così come la sua stessa vita, sono intessuti di una complessità surreale e paradossale, eppure al tempo stesso familiare, che sembra riflettere in qualche modo una traccia di quella misteriosa bellezza che gli è stato dato di scoprire, e della quale almeno una parte della sua mente sembra sempre essere in costante contemplazione. Ma ciò, ben lungi dal renderlo astratto e lontano, gli dà invece una singolare capacità di penetrazione anche in relazione a temi concreti e attuali, come il problema delle decisioni in condizioni di incertezza e quello dell’insegnamento della matematica.
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* Nato a Varsavia nel 1924, attualmente è Sterling Professor di Scienze Matematiche alla Yale University di New Haven (USA).
© Pubblicato sul n° 17 di EMMECIquadro