L’opzione nucleare in Italia: quali prospettive?

Benedetta CappelliniArticoli

La parte più interessante del  dibattito sul riavvio del Nucleare in Italia,  sta negli ultimi mesi viaggiando su due binari paralleli, quello dei convegni specializzati e quello dei dibattiti parlamentari (c’è poi un terzo binario, quello della stampa, che su questo argomento non ci sembra sia peraltro ancora riuscita a liberarsi dai triti clichet del passato).
Tra i vari convegni ci è parso particolarmente interessante quello svoltosi il 7 ottobre a Milano, presso la Sala della Camera di Commercio Svizzera in Italia, organizzato della AIEE (Associazione Italiana degli Economisti dell’Energia, presieduta da Edgardo Curcio dell’Università di Roma) e sponsorizzato dalla società energetica svizzera EGL,  da qualche anno presente sul mercato elettrico italiano.
Il convegno, dal titolo “L’opzione nucleare in Italia: quali prospettive?” ha riunito un buon gruppo di esperti nucleari ed energetici italiani, che hanno negli scorsi mesi preparato i loro interventi, in modo tale che nella giornata del 7 ottobre essi erano già disponibili per il pubblico, stampati in un agile libretto che porta lo stesso titolo del convegno. Ad interventi di personaggi di più o meno note convinzioni  favorevoli al ritorno al nucleare  quali Ugo Farinelli della Fondazione Energia, Alessandro Clerici della FAST, Guido Possa presidente della settima commissione permanente del Senato, Carlo Lombardi del Politecnico di Milano, Massimo Gallanti di Cesi Ricerca, che non mancano comunque di evidenziare anche i numerosi aspetti critici del problema, si contrappone un solo intervento negativo di Gianni Silvestrini del Kyoto Club. Quasi a sintesi del convegno c’è inoltre il contributo di G. B. Zorzoli,  che ha un lungo passato nel settore della ricerca nucleare ed elettrica, ed é attualmente collaboratore della Fondazione Energia. Questo intervento ci sembra in effetti il più interessante nel suo tentativo di disamina piuttosto spietata delle opportunità e dei grossi problemi che il ritorno al nucleare pone al mondo energetico italiano, e ci sembra in qualche modo sintetizzi lo sforzo di tutti i relatori di rispondere senza preclusioni alla domanda sulle reali prospettive del nucleare in Italia, che dà il titolo al convegno.
Per quanto riguarda l’altro fronte, quello del dibattito politico e parlamentare vorremmo segnalare che esso si è negli ultimi mesi concentrato sulle azioni necessarie a far rinascere l’agenzia che dovrà occuparsi del controllo delle attività nucleari in Italia, primo indispensabile passo per consentire la rimessa in moto della complessa macchina che potrà portare alla eventuale costruzione di un certo numero di impianti.
Nel “classico” stile della politica italiana abbiamo assistito ad una lotta intestina fra ministero dello sviluppo economico e ministero dell’ambiente sulla attribuzione di titolarità di questo organismo, che sembra possa concludersi con il raggiungimento di un faticoso compromesso secondo il quale la nuova agenzia nucleare dovrebbe rispondere direttamente al consiglio dei ministri.
Sullo sfondo del dibattito anche la complessa questione della risistemazione delle attività della SOGIN,  incaricata dello smantellamento delle vecchie centrali nucleari, e dell’ENEA, due enti a controllo pubblico nei quali sono concentrate buona parte delle residue competenze italiane in campo nucleare.Un dibattito, quello sul nucleare, in pieno e vivace svolgimento, sul quale l’associazione Euresis interviene con un articolo del nostro collaboratore Gianluca Lapini, che ripercorre le vicende storiche del nucleare nel mondo ed in Italia, per arrivare a sottolineare le sfide che sono poste dalla sua possibile ripresa. Un dibattito complesso, dagli esiti ancora non del tutto definiti, che seguiremo ancora nel suo svolgimento.