Se a Bali s’è consumato il trionfo mediatico di Al Gore e del suo premio Nobel per la pace con la retorica del catastrofismo che per poco non convinceva persino i più ecoscettici, la Conferenza internazionale sul cambiamento climatico che si apre domani a New York promette di essere una risposta adeguata – e scientifica – agli allarmismi dei fronte ambientalista hollywoodiano. L’evento, il primo nel suo genere, è organizzato dali’Heartland Institute, un battagliero think tank libertario americano molto attento alle tematiche ecologiche. Come spiega il coordinatore dell’evento, James Taylor, la conferenza “sarà la prima occasione per attirare l’attenzione su temi e domande rimaste senza risposta da parte dei sostenitori della teoria per la quale è l’uomo la causa principale del surriscaldamento globale”. Per tre giorni scienziati, economisti, politici e intellettuali provenienti da tutto il mondo – in larga parte scettici circa l’effettiva esistenza di un fenomeno di global warming così come dipinto dall’Ipcc e dall’ambientalismo militante – discuteranno di cambiamenti climatici, adattabilità dell’uomo agli ecosistemi in trasformazione e politiche ambientali. L’Italia sarà presente con una delegazione dell’Istituto Bruno Leoni, il think tank liberale diretto da Alberto Mingardi che ha cosponsorizzato l’evento, e con una rappresentanza di Faa Italia, un movimento ecologista d’area moderata che in queste settimane si è fatto notare perla stesura di un manifesto ambientale sottoscritto da numerosi esponenti della politica e della cultura, molti dei quali vicini al Popolo della libertà. Il parterre dei relatori promette bene: uno di loro sarà Lord Christopher Monckton, l’eccentrico ex consigliere ambientale di Margaret Thatcher che un anno fa sfidò Gore a un contraddittorio pubblico sul tema del global warming. L’ex vicepresidente americano non ha mai risposto. Un altro sarà Vàclav HIaus, presidente in carica della Repubblica ceca, che oltre a essere un economista è anche un critico delle teorie antropocentriche sul global warming e uno dei fautori del passaggio al centrodestra dei Verdi praghesi. È atteso anche l’intervento di Yuri Izrael, consigliere del presidente russo, Vladimir Putin, su scienza e ambiente. Il meeting di quelli che sui mainstream media vengono dipinti come i “negazionisti” del global warming, quasi a fare un’equazione con quelli dell’Olocausto (d’altronde un paio di mesi fa Gore aveva parlato del movimento ambientalista come del “nuovo antifascismo”), si tiene in una fase delicata del dibattito ecologico mondiale. Dopo i mesi dell’euforia per gli Oscar e il Nobel ad Al Gore per il suo lavoro da attivista e produttore cinematografico (del discusso documentario “Una scomoda verità”), il fronte dei catastrofísti è attraversato dai primi dubbi. Alcuni di essi sono legati all’ingresso di Gore in un private equity fund “verde” che ha moltiplicato per cento le sue sostanze grazie alla crociata ambientalista. Il che ha fatto storcere il naso ai puristi. A peggiorare la situazione c’è una serie di nuovi dati, non disponibili ai tempi dell’Oscar e in via di pubblicazione nelle settimane del Nobel, che sembrano smentire le tesi più catastrofiste. Nel 2007 le temperature medie a livello globale sono state più rigide, rispetto all’anno precedente, di circa un grado e mezzo e si è vista la neve dove non se ne ricordava traccia a memoria d’uomo: a Buenos Aires, a Baghdad, persino in Arabia Saudita. I primi due mesi del 2008 non hanno segnato un’inversione della tendenza, anzi: in tutta l’America del nord si sono registrate le precipitazioni nevose più cospicue dell’ultimo mezzo secolo, se è vero che nella pur fredda Toronto, in Canada, sono caduti 70 centimetri di neve in sole due settimane a febbraio. In Groenlandia, dove qualche tempo fa si denunciava lo scioglimento dei ghiacci perenni come prova del global warming, gli osservatori hanno invece riconosciuto l’aumento dell’estensione della calotta polare, tanto che nella comunità scientifica si sta diffondendo l’impressione – fino a pochi mesi fa minoritaria – che nel prossimo futuro l’umanità dovrà vedersela con il global cooling, il raffreddamento globale.